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L'etichetta di un buon olio
(di Mauro Gaudino© - copyright 2015)


Essere consumatori consapevoli di prodotti alimentari é molto importante soprattutto per quanto riguarda  l'olio extra vergine di oliva. L'olio é si un condimento in quanto universalmente usato per insaporire tutti i cibi,  senza il quale un'insalata perderebbe la sua appetibilità, ma é anche un alimento a tutti gli effetti, con principi nutritivi che da dicembre 2016 saranno specificati in bottiglia su apposita  etichetta nutrizionale. A cosa dovremmo fare attenzione leggendo un'etichetta? Anzitutto si dovrebbe cercare di capire da dove proviene il prodotto. Se sull'etichetta é riportato per esempio che l'olio é italiano, allora significa che é stato prodotto in un frantoio italiano da olive italiane. Se invece l'olio fosse ottenuto da un frantoio non italiano oppure da olive provenienti da paesi terzi, la dicitura sarebbe "Olio extra vergine (o vergine) di oliva, ottenuto nell’UE (o nome del paese dell’unione) da olive raccolte nell’UE (o nome del paese dell’Unione).
Tuttavia l'obbligo di specificare l'origine del prodotto é prevista nella normativa italiana solo per gli oli vergini ed extravergini.
Qualora l'olio sia una miscela di oli non estratti in un unico stato  membro dell'Unione Europea, allora si troverà sull'etichetta una delle seguanti diciture:

• miscela di oli di oliva originari dell’Unione Europea;
• miscela di oli di oliva originari dell’ Unione Europea e non originari  dell’Unione Europea;
• miscela di oli di oliva non originari dell’Unione europea.

Per avere la certezza di una qualità realmente certificata di un olio extra vergine di oliva, sarebbe opportuno orientarsi su etichette che riportano marchi di qualità europei quali DOP, IGP e Biologico. E' utile sapere che il lotto di produzione riportato sulla bottiglia (un codice alfanumerico che comincia con la lettera L), permette di identificare il  prodotto per essere rintracciato in casi di necessità.
Il lotto di produzione potrebbe mancare in etichetta qualora sia specificato un TMC che riporti, oltre che il mese e l'anno, anche il giorno di scadenza.
Il TMC ovvero il termine minimo di conservazione, indica il periodo  per il quale l'olio manterrebbe le sue caratteristiche organolettiche.
La legge fissa tale limite in 18 mesi dalla data di imbottigliamento. Ma sappiamo che possono passare anche vari mesi dalla produzione prima che l'olio sia imbottigliato. Potremmo avere quindi sullo scaffale due bottiglie di olio con la stessa scadenza di TMC ma con un'età diversa.
Tuttavia é ormai pratica comune tra i produttori conservare l'olio extra vergine di oliva prodotto, in fusti di acciaio inossidabile, chiusi ermeticamente e con atmosfera controllata, sistemi cioè capaci di mantenere inalterate per diversi mesi le caratteristiche dell'olio fino all'imbottigliamento finale.
In linea generale bisogna considerare che più l'etichetta appare completa, maggiore informazioni si hanno sulla qualità dell'olio extra vergine di oliva.
Ottimo sarebbe trovare riportato anche la quantità di acido oleico, di vitamina E, ed i valori nutricetici di polifenoli ecc... I quali seppure componenti minori del prezioso condimento, sono quelli che ne conferiscono il sapore nonché le caratteristiche salutari.
In mancanza di questi dati in etichetta cercate di trovarli nell'olio al momento dell'apertura, momento in cui si dovrebbero sprigionare sentori di olive fresche, un gusto lievemente piccante ed un retrogusto piacevolmete amaro.

Ricordate che un buon olio giovane può:

ridurre il  colesterolo-LDL (senza modificare il colesterolo-HDL)
avere un'azione vasodilatante (riduzione pressione arteriosa)
avere un'azione anti-trombotica
avere un'azione anti-ossidante
avere un'azione anti-infiammatoria

 


Articolo scritto da: Mauro Gaudino
Tecnico Superiore della
Commercializzazione di Agroalimenti

Specializzato in vino ed olio




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